06 aprile 2008,23:44
Vivere
La vita è bella. Classica frase fatta. La pronunciano le persone che amano vivere, che sono ottimiste, che vivono alla giornata e affrontano i problemi serenamente. La vita riserva sorprese inaspettate: un incontro, una nuova amicizia, una crescita personale. Ma anche duri colpi. Tu sei sempre stato migliore di me sotto questo punto di vista: riflessivo, lucido, pacato, pragmatico. Niente impulsività, niente colpi di testa, grande controllo dell'emotività. Tutto questo ora è messo duramente alla prova: nessuno resisterebbe. C'è chi sta male per te, chi al solo pensiero sbianca. Ma tu la devi vivere. Ora nemmeno io posso immaginare la tua difficoltà. I figli di puttana si nascondono dovunque: quelli visibili sono innocui, basta tenerli alla larga. Quelli insospettabili sono dei tumori bastardi che agiscono dall'interno e che quando te ne accorgi sei fottuto. Non c'è una cura. Non c'è una terapia del dolore. Non c'è più nemmeno fiducia. In chi? In cosa? Eppure "the show must go on" giusto? E io ti conosco. Nessuno meglio di te è in grado di estirpare il tumore e mantenere la lucidità. Intorno a te hai persone che ti vogliono bene, che gratuitamente ti stanno vicine. Tu sei perfettamente in grado di distinguerle ora. Tutto questo ti aiuterà a diventare indistruttibile. Solo questo.

E ricordati che siccome anche i figli di troia hanno un cuore, non potranno non pensare alle merdate che hanno fatto... e strisceranno d'ora in poi, annaspando nella fogna in cui hanno deciso di tuffarsi.

Tieni duro
 
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15 marzo 2008,13:28
Duesettimane
Primo piccolo bilancio: mi sveglio comodo comodo alle 7.45 (non potevo sperare di meglio), ho provato 15-16 strade diverse finchè non ho trovato la più breve/veloce, ho una scrivania che è più grossa di camera mia, sono già stato preso per il culo dopo due giorni in quanto tifoso del Milan....
Soprannomi già affibiatomi: P.P., l'assistente, l'ingegnere ambientale, quarto uomo, Roberto del Grande Fratello, Gilardino.
Ho imparato a: timbrare il cartellino, parlare al plurale come fanno quelli che lavorano in qualche azienda (noi facciamo, noi produciamo...), il significato di sandblasting, giocare a biliardo sul pc e piano piano diventerò fortissimo nel torneo pausa-pranzo, cagare in ufficio (shazi docet), stampare da plotter, smanettare con autocad, cos'è una packing list e un transmittal, bere 5-6 caffè al giorno con la scusa di fare la pausa caffè (e qui mi ricollego al cagare in ufficio), rifilare e piegare disegni in A1. Soddisfazione attuale: più che sufficiente, ma può solo migliorare. Per dire che mi sento finalmente "uno che lavora" devo aspettare il primo stipendio.... Ancora duesettimane!
 
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29 febbraio 2008,12:31
Si comincia
E'ufficiale: lunedì si comincia... e via!
 
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28 febbraio 2008,23:44
Non ci sono le parole
Parole non ce ne sono: solo consapevolezza che un amico, se vuoi, c'è sempre.
 
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20 febbraio 2008,09:13
Solite emozioni
-non cambiare mai-
 
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15 febbraio 2008,17:19
E ora?
Due mesi ormai: due mesi da dottore-disoccupato.. C'è stato il momento della festa, della sbornia, dei complimenti, delle feste-passate-veloci, del rientro senza pensieri. Il momento del fancazzismo vero e proprio con le giornate che cominciano alle 11 del mattino; il momento del tutto-fare per non annoiarsi a morte: risistemo la camera, rifaccio il guardaroba, rinnovo l' "hi-tech personale", mi iscrivo a corsi di lingue. Ma soprattutto c'è stato e c'è ancora il momento de "Alla ricerca del Lavoro": centinaia di curriculum mandati, via mail, posta, raccomandate, telefonate, siti improponibili, contatti, selezioni, concorsi-che-passano-in-16-su-1000 e chi più ne ha più ne metta... Zero risposte, cresce il nervosismo o più che altro la poca pazienza di aspettare: arrivano i primi colloqui, da quelli più improponibili e assurdi (vedi assicurazione..) a quelli più concreti e interessanti: "Secondo lei dovremo assumerla?" "Certo che no, sono qui a passare il tempo...pirla!". Oppure: "Lei è uno preciso?".. "No, faccio tutto a cazzo!". Poi sono cominciati a intensificarsi i contatti e nascono anche le prime offerte: stage di qua, contrattino di là, "Aspirazioni professionali e economiche?"

E ora? E ora ci si trova davanti alle prime scelte: certo, meglio poter scegliere piuttosto che non poterlo fare ma sono le prime piccole scelte. Direi che ora comincia il bello....
 
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11 febbraio 2008,09:51
PATOschi
-classe 1990-
 
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